La storia della Famiglia inizia agli inizi del 1300, trasferendosi nel nuovo borgo di Scarperia, vicino a Firenze, sulla strada che portava a nord, approfittando di un'esenzione decennale dalle tasse e della libertà da ogni vincolo di servitù occulta. Così Jacopo aprì la sua nuova bottega e riscosse un grande successo nella produzione di corazze e spade di alto valore estetico.
Nel 1369 Jacopo, per rispettare le norme emanate dalle Corporazioni della Repubblica, registrò a Firenze il proprio marchio presso la popolarissima Corporazione dei Cuirassari, dei Chiavieri e dei Fabbri. Verso la fine del XIV secolo, Jacopo raggiunse il fratello Tura a Siena. Fu un artista affermato per la sua capacità di lavorare tutti i metalli, anche quelli preziosi, dando così fama a una famiglia di artisti che contribuì alla costruzione del Fonte Battesimale del Duomo di Siena. Lavoravano in una bottega del centro città, svolgendo la loro attività con grande abilità e maestria, trasmettendo ai figli i segreti del lavoro artistico. I discendenti hanno ricevuto grandi commissioni e molteplici incontri culturali, collaborando con numerosi artisti che ci hanno lasciato splendidi capolavori che ancora oggi arricchiscono la città. Oltre alla loro attività di orefici, si sono cimentati con lo smalto, la pietra scolpita e il legno, realizzando bellissime opere di legno e marmo policromo, terracotta e scultura in bronzo che possiamo ammirare a Montalcino, S. Ansano e Siena o anche all'Istituto d'Arte di Detroit.
Hanno rivaleggiato con i migliori artisti fiorentini e hanno avuto un ruolo importante e attivo nell'evoluzione dell'arte orafa toscana. Giovanni Turini non fu solo la personalità artistica più rappresentativa della bottega, perché praticò tutte le arti con grande conoscenza, ma fu anche la figura più rappresentativa di tutta l'arte orafa senese della prima metà del XVI secolo, come scrive il Vasari nel suo commento alla vita del Pollajuolo.